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25 anni di Report, Ranucci: “Il pubblico è la nostra forza”

La trasmissione torna il 7 novembre in prima serata su Rai 3. L’intervista al conduttore: “Ci occuperemo di inchieste importanti”

Sigfrido Ranucci a Report

Sigfrido Ranucci a Report

Era il 1997 quando Report accendeva per la prima volta le proprie telecamere. Domande, inchieste, approfondimenti. Storie controverse, ingarbugliate. Inchieste di taglio economico, “ricostruzioni di complessi intrighi di malaffare, anche internazionali”.

Report
Sigfrido Ranucci

Un giornalismo investigativo che appassiona ancora e tanto. Alla faccia di quelli che lo ritenevano, ben 25 anni fa troppo costoso o rischioso.

Report compie un quarto di secolo dunque, con una squadra che via via negli anni si è ampliata, rinforzata, una trasmissione che ha cambiato fascia oraria, team, mezzi di produzione, conduzione.
Con Milena Gabanelli che ha nel tempo lasciato il posto a Sigfrido Ranucci.

“Avremo puntate importanti” – dice Ranucci – “Ci sarà un’inchiesta su Tim, per comprendere cosa è successo in questi 25 anni dalla privatizzazione, all’interno della compagnia telefonica italiana. Oggi gli azionisti di maggioranza sono i Vivendi, francesi. Racconteremo cosa accade in questa azienda telefonica. C’è il rischio che lo Stato debba ritornarci pesantemente, dopo aver avviato la privatizzazione col governo Prodi. All’epoca lo Stato guadagnò l’equivalente di 14 miliardi di euro. Adesso rischia di mettercene 30 per l’acquisto di una parte. Cerchiamo di capire cosa è successo e chi sono i personaggi che danno il mazzo di carte all’interno della compagnia telefonica. Lo faremo con documenti inediti. Sarà una parte di una serie di inchieste di cui ci occuperemo anche prossimamente“.

Sigfrido Ranucci (via Facebook)
Sigfrido Ranucci (via Facebook)

A quanto pare però, gli approfondimenti verteranno anche su argomenti più divertenti e a tratti surreali.

“Ci occuperemo delle chiese di Napoli. Ce ne sono più di 203 solo nel centro storico. La Curia di Napoli non ce la fa a stare dietro a tutte e quindi alcune sono chiuse e abbandonate. Così qualcuno se ne è impossessato. Ha fatto degli abusi edilizi. Su qualche navata di chiesa è apparso un balcone“.

Volontà di sperimentazione, linguaggi espressivi nuovi, strizzando l’occhio alle evoluzioni del web, consolidando un rapporto con un pubblico sempre più esigente, ma al contempo, sempre più affezionato.

“C’è un rapporto solidissimo e viscerale con gli spettatori” – ha dichirato il conduttore “Lo dice anche l’esito di un sondaggio Rai, che verifica la qualità del servizio pubblico. Ha come criteri la credibilità, l’inclusività, il linguaggio, l’innovazione. Sono contentissimo. Il rapporto con gli spettatori è stata la nostra forza. L’audience è aumentata, anche nelle repliche del sabato. Ci seguono attraverso i social, ci correggono se commettiamo errori. C’è un impatto del pubblico anche nelle segnalazioni. Arrivano circa 70.000 ogni anno. E’ un rapporto simbiotico“.

Ranucci prova anche a spiegare quello che è il segreto per una trasmissione che resiste ormai da anni, senza lasciarsi scalfire dal trascorrere del tempo:

“Quando un piatto è buono è perché contribuiscono sempre diversi elementi nella ricetta. Gli ingredienti sono tanti. Il linguaggio, la narrazione e la forza di un contenuto invariati negli anni. La fedeltà e una squadra di colleghi che mantiene sempre alta la qualità dei servizi che forniscono. Io credo che il merito sia di questo mix di ingredienti“.

La trasmissione, riparte lunedì 7 novembre, alle 21:25 su Rai3.