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Roma. Ultimo giorno di scuola, studenti umiliano Parco di Colle Oppio

“Ringraziamo ragazzi e genitori che per festeggiare la fine della scuola hanno lasciato il parco in queste condizioni”

Chiudono le scuole, l’entusiasmo dei più piccoli è incontenibile e il parco di Colle Oppio diventa il teatro di scontri furibondi.  Lanci di uova e farina, come da tradizione, vengono alternati a gavettoni d’acqua e schizzi di schiuma da barba, shampoo e bagnodoccia. Una vera carneficina, al termine della quale i combattenti esausti si rifocillano con bevande gassate e pizzette. 

Arriva il momento dei saluti, qualcuno prova a resistere, si stende a terra per protesta come Gandhi, ma la madre lo trascina via per i piedi. E’ ora di cena, bisogna rincasare prima che faccia buio, stando attendi a non scordare niente: lo zaino, il cappellino, la felpa e qualche quaderno volato via durante il parapiglia. C’è tutto? Sembra di sì.

Eppure, l’indomani, la conta delle cose dimenticate da bambini e genitori è lunga. Sono rimaste a terra, sparpagliate, sporcizie di ogni tipo. Le confezioni di uova e farina, le bombolette spray e i flaconi, piatti e bottiglie di plastica, tovaglioli, carte di merendine e dolciumi e chissà quale altro residuato bellico ancora sconosciuto. Insomma, il parco è uno schifo. 

Lo stesso parco, già oggetto di decine e decine di segnalazioni, solo quest’anno. Lo stesso parco insicuro e degradato, alla mercé delle maxi tendopoli; del bivacco; dello spaccio; della prostituzione; del degrado; delle rapine messe a segno, il più delle volte, o tentate; dell’illuminazione che va e viene; di molto altro ancora. Lo stesso parco in cui le mamme lamentano di non poter portare i propri bambini a giocare, invocando l’intervento del sindaco, del capo del Governo, del presidente della Repubblica. 

Eppure stavolta, tutta questa brava gente, sembra esser stata colta da amnesia temporanea di massa. Tanto che, qualcuno, giustamente glie lo fa notare attaccando dei cartelli polemici: “Ringraziamo i ragazzi e i loro genitori che per aver festeggiato la fine della scuola – cosa di per sé inattaccabile, aggiungiamo noi – hanno lasciato il parco in queste condizioni”.  Condizioni che, da quando il servizio giardini latita (ben prima dell’impeachment con Mafia Capitale), sono rimaste e rimarranno a monito di tutti quelli che addebitano responsabilità e inciviltà sempre al prossimo. 

E noi cosa facciamo per salvaguardare gli spazi comuni di una città che, a parole, diciamo di voler difendere da abusivismo, immigrazione selvaggia e malaffare? Affermare che il cambiamento parte da noi è così banale a dirsi, quanto non lo sia poi in realtà metterlo in pratica.

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