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Fiumicino, docente aggredita e minacciata da una collega

Una docente 63enne viene aggredita verbalmente e fisicamente da una collega perché stava stampando troppi fogli non autorizzati

Nell’istituto superiore Paolo Baffi di Fiumicino, una donna di 63 anni è stata aggredita da una collega. Non solo urla e insulti, ma anche violenze fisiche come spintonamenti.

La docente si trovava nell’aula informatica per stampare alcuni moduli di permesso personali per la figlia. L’aula era l’unica con un computer disponibile munito di stampante, poiché in segreteria, a causa del dimezzamento per quarantene in segreteria, non erano accessibili.

Avevo bisogno di stampare dei moduli per il permesso della 104 ma controllando poi la posta elettronico ho visto che mi era arrivata una e-mail da parte di un’associazione a cui mi ero rivolta per l’affido di un cucciolo da regalare a mia figlia che è disabile e da poco ha perso il suo cane a cui era legatissima. Così, poiché era anche giornata di sciopero ed era difficile per me nel pomeriggio spostarmi per trovare un rivenditore che mi consentisse di stampare quella e-mail, mi sono detta la stampo qui“, afferma la docente.

Tuttavia, quella scelta apparentemente innocua si è trasformata in un momento per l’aggressione. La sua collega vedendole stampare un numero considerevole di fogli, ha cominciato ad aggredirla verbalmente e fisicamente.

Le scuse da parte della docente, non sono valse a fermare l’aggressione, che ha avuto termine soltanto con l’intervento della Vicepreside.

Docente aggredita per aver stampato troppi fogli

La donna dopo essersi rifiutata di andare in ospedale, si è recata in una guardia medica territoriale. Successivamente è arrivata la denuncia alla polizia.

Ho forse commesso uno sbaglio ma la reazione che c’è stata da parte della mia collega è stata sproporzionata” sottolinea la donna alla polizia.

Ho sbagliato sicuramente a stampare un foglio personale a scuola, ma una reazione del genere, un’aggressione ingiuriosa e violenta anche di fronte ai ragazzi non è accettabile. Non è solo un’offesa alla mia persona ma un danno per tutti quelli che nella scuola e nella sua valenza educativa credono fortemente“, conclude la vittima.

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