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Roma, arrestato il colpevole dell’incendio in Via della Pisana

Le autorità hanno rintracciato e incriminato il colpevole del maxi-incendio divampato ieri nella Capitale, in Via della Pisana

Incendio Via della Pisana a Roma

È stato arrestato l’uomo che, domenica 17 luglio ha provocato un maxi incendio all’interno del Parco dei Massimi, in via della Pisana, nella Capitale. Il piromane è stato rintracciato dalle autorità mentre percorreva la zona dell’incendio con in mano un accendino. Il 62enne è stato accusato di incendio boschivo doloso. A causa del rogo la zona è stata chiusa al traffico per diverse ore, provocando lunghe code.

Sono giunti sul posto per domare l’incendio diverse unità di vigili del fuoco, e di soccorsi. Inoltre per evitare che le fiamme raggiungessero la sede del Consiglio regionale del Lazio e le abitazioni vicine, sono intervenute in soccorso diverse squadre della Protezione civile e diversi elicotteri e Canadair.

Le parole del Presidente del Municipio XII

Elio Tomasetti, presidente del Municipio XII, ha dichiarato: “Sono intervenute subito tutte le autorità competenti, la Protezione civile e i vigili del fuoco, le quali hanno utilizzato tutti gli strumenti necessari per isolare l’area in oggetto ed evitare che l’incendio si avvicinasse alle abitazioni. Sono stati utilizzati i primi due elicotteri e ora si sta procedendo anche con un canadair e con interventi sul terreno per concludere la bonifica dell’area. Si è riuscito inoltre a salvare e mettere in sicurezza le aree industriali dall’altra parte di via della Pisana e per ora possiamo dire che la situazione è in via di messa sotto controllo. Ne approfitto per ringraziare l’imponente lavoro dei vigili del fuoco e della Protezione civile”.

Il presidente Tomasetti continua dichiarando: “Roma continua a essere sotto attacco, anche questo incendio è partito da più punti diversi. Come ha detto anche il sindaco Roberto Gualtieri, la città merita chiarezza per individuare le responsabilità di questi roghi. Noi stiamo continuando e continueremo a monitorare le aree pubbliche e private per evitare che terreni incolti producano situazioni come questa”.