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Rom Pride a Roma Tre. Istituzioni, studenti e rom a confronto

‘Conosci il tuo vicino’: questo il titolo della conferenza di ieri. Ecco il resoconto

Lo avevamo ironicamente definito Rom Pride, in modo provocatorio, nella speranza che, l’incontro di ieri organizzato dal sindacato studentesco LinK Roma Tre, potesse davvero offrire nuovi e originali spunti di riflessione, per un confronto serio, innovativo, per dialogare insieme e avanzare, se non delle soluzioni, almeno delle proposte condivise. Invece, quello di ieri, dal titolo ‘Conosci il tuo vicino’, si è rivelato un incontro quasi del tutto inutile, un dialogo sterile. Il leit motiv delle 4 ore di conferenza? “Anche gli italiani rubano”. Insomma, l’intenzione era quella di far aprire gli occhi agli studenti, invitandoli ad abbandonare i luoghi comuni per cui tutti i rom sono delinquenti, e di tutta risposta, ecco offrire agli stessi studenti universitari un altro luogo comune, e cioè quello sopra citato.

Dei disagi vissuti principalmente dagli studenti del Dipartimento di Ingegneria ne abbiamo già parlato (rimandiamo a questo articolo). E, pare, l’esigenza di proporre un incontro come quello di ieri, è nata proprio a seguito delle continue lamentele da parte di chi frequenta abitualmente i luoghi della sua formazione, ormai ridotti a bagni pubblici, a tutti accessibili.

Senza entrare nel merito di un’organizzazione che sembrava ‘all’ultimo minuto’ – sedie non sufficienti per tutti i relatori, perché in numero elevato: ma non si conosceva già il numero dei relatori invitati?; ospiti che hanno dovuto parlare in fretta e in furia perché impegnati in altri urgenti e improrogabili convegni: dove il dibattito? – ci preme sottolineare come dal convegno di ieri non sia emerso nulla di nuovo, nulla di esaltante, nulla di abbastanza convincente. Tanto che la presenza numerosa di studenti – rappresentanti degli studenti compresi – di tutti i Dipartimenti dell'Ateneo non si è tradotta in un reale nuovo modo di vedere le cose, ma in continuo e aperto ‘conflitto’ con i relatori. Perché sebbene esistano anni e anni di studi sociali, alla fine, i conti, si fanno sempre con la realtà.

E la realtà parla chiaro: a Roma si vive un’emergenza rom. Romait, dal canto suo, ha provveduto e provvede a denunciare queste situazioni – sia chiaro, è vero che “anche gli italiani rubano”, e infatti il discrimine è sempre tra chi vive nella legalità e chi vive nell’illegalità. Ma la realtà è qualcosa di incontrovertibile, qualcosa che va oltre i pregiudizi, anzi li abbatte.

E a queste realtà, tutti gli amministratori presenti – dal Rettore Mario Panizza, amministratore del terzo Ateneo di Roma, ad Andrea Catarci, presidente del Municipio VIII – non è stata data risposta.

Avremmo voluto avere molto altro da scrivere, avremmo voluto davvero e sinceramente offrire nuovi punti di vista. Se la colpa del disagio vissuto dagli studenti di Ingegneria sia imputabile ai rom – quelli non integrati, attenzione, perché ieri si è fatta la distinzione tra i rom integrati e quelli non integrati. E a parlare c’era anche Zorro, che sosteneva di avere un lavoro e di operare nella piena legalità, salvo poi ritrovare un articolo de Il Messaggero, datato 1 Settembre 2013 e a firma di Marco Pasqua, in cui si racconta la realtà del “mercato dei ricettatori rom, l’area gestita da Zorro”, e in cui si riferisce che “dietro a questi disperati, c’è chi, ogni settimana, riesce a guadagnare fino a 40mila euro. Ventimila a notte. Si fa chiamare Zorro, all’anagrafe è registrato come C.Z., 35 anni circa, rom. Chi vuole vendere in via della Vasca Navale, deve pagare a lui la tassa d’occupazione di suolo pubblico. Totalmente illegittima, s’intende”. Versione, questa, confermata anche da Dario Martini, su Il Tempo, in un articolo datato 16 Settembre 2013

Dicevamo, avremmo voluto avere molto altro da scrivere. E invece, non l’abbiamo. E non sappiamo se questo stato di disagio sia imputabile ai rom o a chi in modo poco oculato si pone a capo di un’amministrazione pubblica. Fatto sta che quello che è andato in scena, è stato un vero e proprio Rom Pride, come l’avevamo ironicamente, ma in modo provocatorio, definito. Un Rom Pride, sì. Perché hanno quasi voluto convincere gli studenti che le foto da loro scattate non fossero reali, che bisogna guardare alle cose senza il famoso prosciutto negli occhi.  E senza queste famose fette di prosciutto, restano, appunto, le fotografie scattate dagli studenti – checché ne dicano i bei discorsi impastati di retorica.

“Il Rom Pride a Roma si farà. Dopo che è saltato l'incontro con i rappresentanti rom in Campidoglio, ci pensa il sindacato studentesco Link Roma Tre ad organizzare un convegno all'interno del Dipartimento di Ingegneria del terzo Ateneo di Roma” – dichiaravano a poche ore dall’incontro il portavoce della Costituente di Fratelli d’Italia-Alleanza Naziona, Fabio Roscani, e un membro della stessa, Emanuele Fonzo. Che continuavano: “Purtroppo però, come già avevamo denunciato, proprio il Dipartimento di Ingegneria è vittima di continue incursioni da parte degli zingari, molti dei quali stanziati presso il campo di Vicolo Savini che sorge proprio nelle vicinanze dell'Università. Gli stessi studenti denunciano non solo la loro costante presenza – i rom usufruiscono infatti dell'acqua delle fontanelle di Ateneo, nonché dei bagni per radersi e lavarsi – ma anche l'acuirsi di atti vandalici come i furti, per non parlare del crescente fenomeno della mendicità infantile”.

“Non ci meravigliamo della presenza del presidente del Municipio VIII, Andrea Catarci, ospite d'onore dell'iniziativa, che in perfetta linea con le politiche della sinistra capitolina, tutela dietro la finta retorica dell'integrazione, fenomeni di abusivismo ed illegalità ai quali le popolazioni rom ci hanno tristemente abituato, dimenticando invece di portare avanti gli interessi dei cittadini e dei residenti, i quali hanno dato loro mandato di amministrare questa città dai Municipi al Campidoglio. Considerato lo stato attuale in cui versano oggi i nostri quartieri si evince, al contrario, la totale estraneità alle problematiche della comunità cittadina, nonché il totale fallimento della Giunta Catarci” – concludeva Roscani.

E queste parole sono state confermate da Giovanni Mosiello, rappresentante degli studenti di Ingegneria, intervenuto in qualità di relatore. “Sono un ingegnere” – ha esclamato in apertura del suo intervento – “Per questo sono abituato a basarmi sui dati statistici”. E allora ecco, dopo 4 ore di parole, cosa resta del convegno di ieri – statisticamente parlando, senza pregiudizi:

1. Furti e danneggiamenti alle auto
2. Degrado nelle aree limitrofe al Dipartimento – che Romait ha documentato anche in occasione del Tour del Degrado in Municipio VIII
3. Presenza di roulotte abusive – prima erano 3, ora ne è rimasta solo 1
4. Utilizzo scorretto dei servizi igienici – rom che utilizzano i bagni per radersi e lavarsi o riempire taniche d’acqua
5. Mancato rispetto del decoro all’interno dei locali universitari – bambini rom che entrano a petto nudo
5b. Pista acrobatica di ingegneria – all’interno del Dipartimento, e sulle passerelle adibite al passaggio degli studenti, gli stessi bambini utilizzano le biciclette
6. Furti negli armadietti
7. Aggressioni agli studenti – 6 aggressione a ragazze; 5 rapine; 1 aggressione violenta. 

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