Prima pagina » Opinioni » Ricostruire dalle macerie di DC, PCI e PSI, due veri partiti: moderati, antagonisti e a volte alleati

Ricostruire dalle macerie di DC, PCI e PSI, due veri partiti: moderati, antagonisti e a volte alleati

Per l’Italia sarebbe una rinascita se i due partiti maggiori per tradizione e spessore culturale facessero un governo di unità nazionale

Classe dirigente

Palazzo Chigi, sede del Governo, Piazza Colonna, Roma

I 27 anni di FI mi lanciano in una osservazione sulla fine del partiti storici: Dc, PCI, PSI. FI nasce come risposta alla fine della Prima Repubblica e alla caduta del Muro di Berlino. La fine dei partiti storici ha fatto nascere da una parte gli estremisti di centro: FI, CDU, UDC, Lega e dall’altra il Partito Democratico della Sinistra come erede del PCI, ma senza averne la grande spinta ideologica.

Cosa resta di quel comunismo all’italiana?

Resta la grande spinta teorica e letteraria che mai si è sopita in questi circa 30 anni dalla svolta della Bolognina. A livello teorico la tradizione culturale della sinistra comunista italiana è rimasta intatta, anche se nella prassi è stata abbandonata. Oggi accanto agli estremisti di centro, nati in quel periodo, si sono aggiunti il M5S e IV, ai quali però manca la profondità teorica come spinta propulsiva, per proporre percorsi pragmatici. Dunque la crisi innescata da Renzi e suggellata dalle dimissioni di Conte, è la necessita di uno contenitore di centro, non estremista, né rivoluzionario alla Salvini, o alla Meloni.

E questa impellente necessità nasce proprio a causa del fallimento di tutti i partiti e dei partiti di centro in particolare, che non hanno saputo suggellare nella pratica politica un percorso razionale e oggettivamente apprezzabile dal popolo Italiano. Più o meno possiamo affermare la stessa identica situazione per il partito della sinistra, quale unico erede di una lunghissima tradizione catto-comunista. In altre parole, sia i centristi, sia la sinistra vanno alla ricerca di una identità politica che hanno buttato negli anni passati. Comprendendo benissimo che gli estremisti sono da sempre fallimentari.

La rinascita di un partito centrista e di un vero partito di sinistra

Ora se Renzi ha nella testa questo progetto e con la moderazione con cui FI si sta mettendo in evidenza, e anche il PD, allora il progetto di una rinascita di un partito centrista e di un vero partito di sinistra può realizzarsi. E porsi alla guida del Paese, come avvenne alla fine della II Guerra mondiale. Altrimenti, sig. Renzi, questa crisi non ha alcun senso. Dunque con la moderazione ormai adulta in FI e nel PD, è possibile riprogettare l’Italia per gli anni a venire. Con l’aiuto di quei 200 Miliardi di Euro e passa. In questo panorama, l’unica negatività è rappresentata dal fatto che molti attori intorno ai leader, non hanno capito il processo in atto e ancora parlano alla veccia maniera. Ossia come se fossero schegge impazzite dell’estremismo centrista. 

Un governo di unità nazionale

Per l’Italia sarebbe una grande rinascita se i due partiti maggiori per tradizione e spessore culturale daranno vita ad un governo di unità nazionale e ricostruire dalle macerie della DC e del PCI e del PSI, due veri partiti, moderati, antagonisti e a volte alleati. Come dovrebbe avvenire in questo periodo di grande crisi economica e pandemica. Una prospettiva che è nell’interesse degli Italiani, i quali sofferenti a livello economico e psicologico stanno riducendosi allo stordimento da web. Abbiamo il dovere di impedire i suicidi nelle giovani generazioni. Facciamolo presto, sarebbe un rinnovamento necessario, basato sulla grande cultura di centro e della sinistra.

Cesare Giubbi

Lascia un commento