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Lotteria degli scontrini, buona idea ma chi aggiorna le tecnologie per realizzarla?

Lotteria degli scontrini: ben venga ogni soluzione contro l’evasione ma occorrono sostegni per aggiornare le tecnologie che lo permettano

Lotteria degli scontrini

Lotteria degli scontrini. Ben venga ogni soluzione, iniziativa o sistema incrociato per limitare o azzerare addirittura l’annosa, vera piaga dell’evasione fiscale che ogni anno si stima nel nostro paese intorno ai 140/160 miliardi di euro.

Ben venga quindi l’iniziativa intrapresa dall’attuale governo per spingere il consumatore a pagare attraverso lo strumento digitale per partecipare poi alla famosa lotteria degli scontrini o poter utilizzare il rimborso di una parte della spesa effettuata. Ma come ogni iniziativa che vede la tecnologia un’alleata, di rimando c’è bisogno che quest’ultima sia adeguata o quanto meno aggiornata. Ci riferiamo ai registratori di cassa che divengono parte centrale del sistema e che devono rispondere a tutta una serie di requisiti non sempre acquisiti.

Lotteria degli scontrini, la denuncia di Confcommercio


La Confcommercio in tal senso denuncia che ben 250 mila registratori di cassa attualmente in funzione non hanno la possibilità di poter offrire l’invio dei codici del cliente o più semplicemente non hanno i sistemi software aggiornati per rispondere alla clientela interessata al nuovo gioco della lotteria come al rimborso dei 150 euro nei primi tre mesi di spesa.

Il governo, che già conosceva tali numeri, ha considerato dei rimborsi per tutti gli interventi di manutenzione o sostituzione dei registratori di cassa per ogni esercente nella quota rispettivamente di 50 euro per l’aggiornamento e fino ad un massimo di 250 euro per la sostituzione del dispositivo. Un impegno sicuramente oneroso visto che ha calcolato di poter contribuire all’investimento del singolo per circa il 50%.

Ma la realtà delle cose spesso è diversa dalle aspettative o dai propositi in usa alla politica dei tavoli tecnici. Risulta infatti esserci una grande disparità fra, l ipotizzato e il reale mercato degli aggiornamenti. A fronte di una spesa prevista per la sostituzione del nuovo software di 90/100 euro per l’aggiornamento di ogni registratore di casa, gli esercenti denunciano richieste da parte delle aziende del settore di circa 200/250 euro per il solo acquisto, che possono arrivare fino ai 300/400 se si sommano l’intervento sull’apparecchio e il contratto, pressoché obbligatorio, di assistenza.

Se vero, questo risulterebbe come l’ennesima beffa per tutte quelle partite iva oneste e corrette che ogni giorno vedono il loro lavoro e i loro incassi essere sempre più vessati da infinite regole che portano a nuove spese che si vanno ad aggiungere alla già pesante tassazione che conosciamo.

Adeguare e aggiornare le tecnologie alleate contro l’evasione

Spesso ci soffermiamo infatti sull’asettica percentuale che tutte le imposte e le tasse caratterizzano il comparto delle partite IVA, immaginando che tutto il resto sia guadagno. Purtroppo no, il guadagno effettivo è qualcosa di ancora lontano dalla semplice sottrazione di quest’ultime. Sono le spese di gestione a condizionare nella maggior parte dei casi il volume d’affari di un esercizio commerciale come di un piccolo artigiano. Dai consumi di energia e acqua, ai costi per la manutenzione di attrezzature o strumenti fino agli affitti per i locali. Ecco allora che l’iniziativa del governo si inserisce in quest’ultima lista di aggravi. E che nel contesto attuale finisce per assumere le sembianze di una vera e propria beffa ulteriore.

Forse considerare un rimborso totale dei costi di ammodernamento in questo caso sarebbe stato davvero un atto di fiducia nei confronti delle partite IVA. Sarebbe potuto essere un venire incontro reale verso chi sta soffrendo dal punto di vista economico l’attuale pandemia e avrebbe contribuito ad allentare la palpabile tensione sociale in atto. Forse si è ancora in tempo per correggere il decreto e fare di più.

Nel frattempo un solidale abbraccio alla categoria lo dovremmo dare tutti. Prendendo consapevolezza che l’evasione è una condizione fatta sempre fra due soggetti diversi, uno dei quali è quello che acquista il bene o il servizio.

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