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La tenente danza con tutta la classe: guai a prendere la vita con un sorriso

La tenente è costretta a prendersi di corsa un avvocato. Il suo comportamento è: “deplorevole nella forma e nella sostanza…”

Tenente danza

Tenente danza Jerusalema

Taranto, Cerimonia del Giuramento del corso per volontari in ferma annuale. Piazzale deserto causa isolamento Covid, così come in isolamento è stata vissuta tutta la durata del corso. Brillìo di divise bianche perfettamente allineate. Terminato il giuramento, avanza la Tenente di vascello Comandante del corso, in uniforme di gala, fascia azzurra, sciabola, e si sistema di fronte ai suoi allievi. Parte una musica, è Jerusalema, hit mondiale dell’estate. La Tenente di vascello accenna una serie di passi composti ma come di danza, il plotone la segue. Perfetto sincronismo, come in una parata militare. La coreografia dura poco più di un minuto, segue l’applauso liberatorio degli stessi allievi, rivolto a sé e alla loro Comandante.

Un video registra la tenente di vascello che danza

Qualcuno riprende la scena con uno smartphone, la posta su un social. Si spande. La vede un sindacalista militare, che per sentirsi l’uomo giusto al posto giusto pubblica il video sulla pagina web del sindacato e chiede conto dell’accaduto al Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, domandandogli/si “se non abbiano di meglio da fare“.

La risposta non si fa attendere, nel giro di due giorni viene istruito un procedimento disciplinare di rigore nei confronti della Tenente di vascello. In cui leggiamo frasi come, “deplorevole nella forma e nella sostanza” e “altamente lesivo dell’immagine della forza armata“.

L’ufficiale è costretta a prendersi di corsa un avvocato. Si attende il pronunciamento finale.

Questi i fatti. Non so voi, io sono sconsolato. Se non l’avete fatto, guardate il video, e ditemi che sensazioni vi dà. E confrontatele con quelle che proviamo tutte le volte che ci passano sotto gli occhi scene analoghe: le guardiamo – diciamocelo – come qualcosa di freddo, distante, protocollare.

A noi quella scena dà un senso prima di sorpresa, poi di leggerezza, di ottimismo; ci parla di spirito di corpo, di adesione partecipe e costruttiva di quei giovani al proprio mandato. Ci produce empatia, contatto, fiducia in quello spirito giusto, che domani con uguale impegno potrà riversarsi in compiti delicati, propri del ruolo loro affidato. Altro che “altamente lesivo dell’immagine della forza armata“. D’altro canto ci furono tempi (4 anni fa) in cui iniziative analoghe (Happysi chiamava la campagna) furono prese proprio per promuovere e svecchiare quell’immagine.

Che la tenente abbia promosso o solo accolto l’idea fa lo stesso: la percepiamo come una presenza buona e promettente, aperta senza essere irrispettosa, innovativa senza trasgressione, che concorre nel suo piccolo a costruire proprio quell’immagine su basi più umane, più amiche, più vicine a noi tutti.

Quei giovani hanno affrontato mesi di corso in totale isolamento, e così è per la cerimonia del Giuramento, senza un parente, una compagna o un compagno. Quel gesto equivale a far saltare il tappo a una bottiglia di spumante. Pazienza se fa anche saltare i nervi a sindacalisti stitici o ad artritici burocrati militari che per non sbagliare si fanno scudo dei Regolamenti. Vogliamo aver fiducia nelle decisioni che saranno prese al riguardo; per continuare ad aver fiducia nelle istituzioni.

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