Prima pagina » Politica » Garante: “Ok decreto svuotacarceri, ma non bata”

Garante: “Ok decreto svuotacarceri, ma non bata”

Secondo Angiolo Marroni il decreto segna comunque una prima inversione di tendenza

"Anche se taluni aspetti potevano essere senza dubbio migliorati, e manca ancora una riforma complessiva del codice penale, il giudizio sul Decreto svuota carceri è senza dubbio positivo, perché segna una prima inversione di tendenza rispetto ad un recente passato, caratterizzato dal quasi esclusivo ricorso alla carcerazione in risposta alla domanda di sicurezza dell’opinione pubblica". Lo dichiara il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni commentando la conversione in legge, da parte del Senato, del decreto che introduce misure volte a ridurre il sovraffollamento nelle carceri.

Fra le misure che il Garante giudica con più favore, l’innalzamento a 4 anni della soglia per l’affidamento in prova al servizio sociale, che potrebbe avere concreti effetti sul numero dei reclusi. Giudizio positivo anche per la previsione dell’estensione del diritto di reclamo ai detenuti e per l’identificazione in carcere degli stranieri, volta a ridurre il numero dei trattenimenti nei Centri di Identificazione ed Espulsione. La parte del Decreto relativa agli stupefacenti è stata, invece, in parte superata dalla recente sentenza della Corte Costituzionale.

"Si poteva fare di più – ha aggiunto Marroni – su temi importanti come le misure cautelari e l’immigrazione. L’esclusione della liberazione anticipata per i condannati per i reati di cui all’art. 4-bis riduce, invece, in maniera significativa la platea dei beneficiari. Un altro potenziale rischio è legato al sovraccarico di lavoro cui andranno incontro i Tribunali di Sorveglianza che, prevedibilmente, saranno inondati di richieste di liberazione anticipata. Sarebbe stato molto utile, invece, introdurre nel testo la cosiddetta irrilevanza del fatto, prevista nel nostro ordinamento solo nel rito minorile. Una misura di questo genere era prevista nel DDL presentato dal l’allora ministro Severino, tutt’ora all’esame del Parlamento".

Marroni ha espresso le sua perplessità anche sulla Garante nazionale, così come previsto nella norma. "Il Garante – ha detto – è nominato dal Consiglio dei Ministri, anche se con Decreto del Presidente della Repubblica e la sua struttura è incardinata presso il Ministero di Giustizia. Una costruzione di questo genere rischia di rendere meno autonoma una figura che, invece, dovrebbe fare della terzietà e dell’imparzialità la propria forza".

Secondo il Garante, le norme approvate avrebbero avuto un impatto maggiore se fossero state inquadrate all’ interno di una più complessiva riforma della giustizia, che ancora manca. "Resto persuaso – ha concluso Marroni – che occorrano radicali interventi di riforma del codice penale. E’ necessario depenalizzare il sistema, aumentando il ricorso alle pene alternative ma non per questo meno dissuasive rispetto alla detenzione, e rendendo la detenzione in carcere l’extrema ratio".

Lascia un commento