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Food: il falso italiano dal Parmesao al Crisecco vale 120 miliardi

Dal Parmesao al Crisecco, il falso made in Italy vale 120 miliardi. La stima della Coldiretti arriva in occasione della Settimana dell’Anticontraffazione promossa dal Mise

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Una carrellata di prodotti dai nomi italianizzati sta mangiando 120 miliardi della nostra produzione alimentare. Parmesao brasiliano, Crisecco della Moldova, Fontiago americano sono questi alcuni dei prodotti del falso made in Italy che costano miliardi in termini di export. La stima arriva dalla Coldiretti in occasione dei lavori per la Settimana dell’Anticontraffazione dal ministero dello Sviluppo economico (Mise).

Un aumento che viene anche sulla spinta della guerra tra Russia e Ucraina che frena gli scambi commerciali con sanzioni ed embarghi. La situazione favorisce il protezionismo e moltiplica la diffusione di alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con il sistema produttivo nazionale.

La Coldiretti fa il conto preciso e indica anche le perdite in posti di lavoro della contraffazione alimentare nel mondo.

A causa del cosiddetto ‘italian sounding’ (utilizzo su etichette e confezioni di riferimenti all’Italia) oltre 2 prodotti su 3 sono falsi senza alcun legame produttivo il nostro Paese.

In testa alla classifica dei prodotti più taroccati, secondo la Coldiretti, i formaggi. A partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano con la produzione delle copie che ha superato quella degli originali.

Tra i salumi sono clonati i più prestigiosi, dal Parma al San Daniele, la mortadella Bologna o il salame cacciatore. Grande produzione anche degli extravergine di oliva o le conserve come il pomodoro San Marzano.

“Ma tra gli ‘orrori a tavola’ non mancano i vini, dal Chianti al Prosecco- spiega Coldiretti- la denominazione “Dop” è anche la più imitata. Ne sono un esempio il Meer-secco, il Kressecco tedeschi, il Whitesecco austriaco.

In Brasile diversi produttori rivendicano il diritto di continuare a usare la denominazione prosecco nell’ambito dell’accordo tra Unione Europea e Paesi del Mercosur. Una situazione destinata peraltro a peggiorare se l’Ue dovesse dare il via libera al riconoscimento del Prosek croato”.

“Basti pensare che il 90% dei formaggi di tipo italiano in Usa- sottolinea Coldiretti- sono in realtà realizzati in Wisconsin, California e New York, dal Parmesan al Romano senza latte di pecora, dall’Asiago al Gorgonzola fino al Fontiago, un improbabile mix tra Asiago e Fontina”.

In Russia fabbriche di prodotti tarocchi

L’industria del falso dilaga anche in Russia, per effetto delle sanzioni dovute all’occupazione dell’Ucraina. Putin ha deciso l’embargo sui prodotti agroalimentari occidentali per potenziare l’industria alimentare locale con la produzione di cibi tarocchi come il Parmesan, la mozzarella o il salame Milano che hanno preso il posto sugli scaffali delle specialità italiane originali.

 In molti territori russi, sono sorte fabbriche specializzate nella lavorazione del latte e della carne per coprire la richiesta che un tempo era soddisfatta dalle aziende agroalimentari del Belpaese.

“Il contributo della produzione agroalimentare Made in Italy a denominazione di origine alle esportazioni e alla crescita del Paese potrebbe essere nettamente superiore con un chiaro stop alla contraffazione alimentare internazionale” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “si tratta di una priorità per la nuova legislatura” poiché “ponendo un freno al dilagare dell’agropirateria a tavola si potrebbero creare ben 300mila posti di lavoro in Italia”.