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Enrico Letta, dall’esilio dorato a Parigi al ritorno a Roma, ma il segretario del Pd non convince

Letta, nipote d’arte, dopo il celebre “Enrico stai sereno”, preferì andare in esilio volontario alla corte dei cugini francesi, chissà perché

dem-agogia diretta: enrico letta

Il segretario del Pd Enrico Letta

Dalla famosa frase pronunciata dal senatore semplice Renzi “Enrico stai sereno“ e al passaggio di consegna della campanella avvenuta a Palazzo Chigi di tempo ne è passato. Il nipote d’arte preferì andare in esilio volontario alla corte dei cugini francesi. Chissà se i governanti d’oltralpe per conferire l’incarico ad Enrichetto avranno ricevuto qualche cortesia nel periodo in cui era a palazzo Chigi. Chissà. Se amava e ama cosi tanto l’Italia perché scelse l’esilio? Non era più logico restare per poter contrastare politicamente lo strapotere del senatore semplice? Le battaglie si organizzano e si perseguono nell’ambito del dibattito politico all’interno del partito democratico. Scelse un’altra strada e andò via per lunghi sette anni. Quella decisione pesa a suo sfavore, non avendo egli né il carattere né la stoffa del leader, scappò via.

Il vizio atavico del Pd: Trovare un nemico interno

Da quando ha assunto il ruolo di segretario dei Dem, nomina non avvenuta attraverso le primarie ma con un accordo all’interno della direzione nazionale, sta cercando continuamente di sabotare l’attività del governo presieduto dall’ex presidente della BCE.

L’aspetto peggiore è che tutto ciò non avviene all’interno di un sano agonismo delle idee. Il vizio degli esponenti del Partito Democratico privi di idee e progettualità politica è sempre lo stesso. Trovare un nemico da combattere. Un viaggio controcorrente rispetto alle promesse fatte al Presidente Mattarella. L’idea geniale di Enrico è quella di cercare di far approvare dal Parlamento la legge sullo ius soli, infischiandosi totalmente di supportare gli interessi degli italiani che in questo momento sono molto diversi da quelli voluti dal neo segretario. Se approvata, la legge sarà un vero disastro per l’Italia e per gli italiani. Ottenuta la cittadinanza a favore del figlio nato in patria automaticamente si estende anche ai genitori.

Quello che manca è una figura da leader vero

Se poi quella coppia di genitori, a distanza di tempo si dovesse separare e tornare a nuove nozze, si allargherebbe notevolmente il diritto alla cittadinanza italiana per le nuove coppie e cosi questo meccanismo non si fermerebbe più. Con i musulmani che possono avere più mogli, come ci si comporterà? Si andrebbe a formare una catena di Sant’Antonio senza fine. Bravo Enrichetto.

Negli anni novanta arrivarono in Italia molte famiglie polacche, responsabilità della Chiesa e lo Stato italiano si caricò delle spese per il loro sostentamento. Con la nascita dei figli lo Stato italiano ha speso notevoli risorse economiche per garantire scuola, formazione, assistenza, sanità. Al compimento della maggiore età sono liberi di scegliere la cittadinanza con la legislazione vigente. Molti hanno scelto quella polacca. Questa e la sacrosanta libertà di scelta individuale della cittadinanza che non può essere obbligata per legge. Evidentemente il Partito Democratico pensa essenzialmente ai voti e non al rispetto delle libertà individuali. O forse si celano altri interessi? Se questi sono i propositi del nuovo segretario è meglio che Letta torni a Parigi da dove è giunto. Il partito ha bisogno di un vero leader, come il senatore semplice di Scandicci.

Cesare Giubbi

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