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Cucina, il ristoratore che rimanda a casa i clienti con bambini

Fa ancora parlare di sé il ristoratore valmontonese Beppe Recchia. Vorrebbe che tutti i ristoranti facessero come lui

I giornali e la televisione si erano interessati a lui la scorsa stagione quando Beppe Recchia, un ristoratore romano originario di Valmontone, aveva affisso un cartello all'ingresso del suo locale elegante nel quartiere Parioli di Roma: "Si animali, No bambini", a significare che lui nel suo locale gli animali li accettava pure ma mai avrebbe fatto entrare un bambino correndo il rischio di portare disturbo ai suoi affezionati clienti. "Gli animali che vengono nel mio ristorante sono educatissimi e rimangono tranquilli accanto ai padroni, oltretutto nessun cane mi ha mai rubato una posata, mentre i bambini strillano, si muovono continuamente e hanno delle voci odiose. Non è tutta colpa loro, la responsabilità è dei genitori ma io risolvo il problema alla radice e non faccio differenze: qui i bambini non entrano. Ho appena rimandato a casa una coppia che si era presentata con la bambina di 3 anni e volevano festeggiare il suo compleanno nel mio ristorante. Ma perché non se ne vanno al McDonald's?".

Beppe Recchia ci confida che a suo modo di vedere tutti i ristoranti degni di questo nome dovrebbero vietare l'ingresso ai bambini e anticipa che a dicembre partirà il suo franchising di alta ristorazione con la dicitura "Everything but the children" ("Tutti tranne i bambini") che assicurerebbe ai clienti desiderosi di riservatezza e intimità di essere nel posto giusto.

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