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Al Policlinico Gemelli di Roma niente fecondazione eterologa

Arriva il diniego del Gemelli nonostante l’autorizzazione della Regione Lazio

La Giunta Regionale del Lazio ha messo nero su bianco le regole per l'erogazione delle prestazioni di fecondazione medicalmente assistita nei centri della Regione Lazio: affinché la prestazione sia a carico del servizio sanitario regionale, la donna deve avere un’età massima di 43 anni per un massimo di 3 cicli cui sottoporsi nelle strutture pubbliche. I centri operativi nel territorio regionale sono 21.

Per quanto riguarda la città di Roma, attualmente è in funzione il S. Anna, al quale si  aggiungeranno presto il San Filippo Nei, il Pertini, il San Camillo e l’Umberto I. Parentesi a parte per il Policlinico Gemelli che, pur rientrando tra i 21 centri autorizzati dalla Regione Lazio, ha reso noto che non sarà praticata la fecondazione eterologa.

Nel comunicato diffuso si specifica che la richiesta alla Regione per praticare la fecondazione assistita "è stata inoltrata per essere autorizzati come centro di PMA di primo livello per l'inseminazione artificiale intrauterina omologa", cosa che esclude non solo la fecondazione eterologa ma anche quella in vitro (conosciuta come pratica della Fivet).

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