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Giargia Meloni nera, scopre la prima vera frenata: i nuovi sondaggi sono disastrosi | Centrodestra si chiude un capitolo

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Il nuovo sondaggio Only Numbers di Alessandra Ghisleri rivela un dato inatteso: il divario tra governo e opposizioni si assottiglia. E il quadro delle prossime elezioni potrebbe ribaltarsi.

L’aria politica italiana è diventata improvvisamente più pesante. Dopo le ultime elezioni regionali, lo scenario che sembrava immobile da mesi ha iniziato a scricchiolare, lasciando intravedere un possibile cambio di rotta. Il nuovo sondaggio Only Numbers di Alessandra Ghisleri per Porta a Porta mostra infatti una fotografia diversa da quella a cui il governo era abituato: il vantaggio del centrodestra non è più una muraglia, ma una linea fragile che potrebbe spezzarsi alle prossime Politiche.

Il clima è quello di un’Italia attraversata da tensioni e cambiamenti improvvisi. La distanza tra governo e opposizioni si assottiglia, e l’idea di un vero testa a testa nel 2027 — fino a ieri considerata fantascienza — diventa una prospettiva concreta. In questo contesto, i nuovi numeri pubblicati il 25 novembre assumono un peso decisivo: la maggioranza rallenta, il Pd accorcia il distacco e il grande bacino degli astensionisti resta il vero arbitro del futuro politico del Paese.

Secondo la rilevazione, Fratelli d’Italia resta il primo partito italiano ma registra un calo significativo: -0,4%, scendendo al 29,7%. Una frenata che arriva dopo le regionali in Puglia, Campania e Veneto, dove l’assetto interno della maggioranza ha mostrato più di un’increspatura.

Dall’altra parte, il Partito Democratico continua a guadagnare terreno: +0,3% nelle ultime due settimane e un totale del 22,5%, un dato che riduce ulteriormente il divario con FdI. Il Movimento 5 Stelle, invece, vive un momento complicato: perde mezzo punto e scende all’11,3%, indebolendo il fronte progressista proprio mentre il Pd prova a consolidarsi.

Tra i partiti di governo, Forza Italia cresce dello 0,1% arrivando al 9,5%, mentre la Lega segna un più consistente +0,5%, raggiungendo il 9%. In area di opposizione, Alleanza Verdi e Sinistra sale al 6,7% (+0,2%), mentre i partiti centristi recuperano terreno: Azione al 3,3% (+0,4%) e Italia Viva al 3,1% (+0,5%). Male invece +Europa, che scende all’1,5%.

Coalizioni quasi alla pari secondo il Cattaneo: rischio pareggio alle prossime Politiche

Nella lettura allargata alle coalizioni, il centrodestra mantiene la leadership con il 48,9% (+0,2%), mentre il centrosinistra si ferma al 30,7%. Ma la situazione cambia radicalmente se si considera l’ipotesi di un campo largo: la coalizione allargata raggiunge il 45,1%, diventando quasi equivalente alla somma dei partiti della maggioranza.

È proprio qui che interviene l’analisi dell’Istituto Cattaneo, che lancia uno scenario finora quasi impensabile: con questi rapporti di forza, e votando con il Rosatellum, centrodestra e centrosinistra rischierebbero di ottenere un numero di seggi quasi identico, aprendo la strada a un Parlamento senza maggioranza chiara.

Alle Politiche del 2022, il centrodestra conquistò 121 collegi uninominali su 147 grazie alla frammentazione delle opposizioni. Ma oggi quel meccanismo potrebbe non funzionare più. Proprio il Cattaneo ricorda che, nella quota proporzionale del 2022, il centrosinistra prese più voti della maggioranza, ottenendo 130 seggi contro 114: fu la divisione negli uninominali a consegnare la vittoria alla coalizione di governo.

Se però il centrosinistra si presentasse compatto, lo scenario cambierebbe completamente: la competizione tornerebbe aperta e il risultato finale potrebbe essere un pareggio, un caso rarissimo nella storia politica recente.

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Il vero nodo: astensionismo e indecisi. È lì che si deciderà tutto

L’ultimo dato chiave riguarda gli astenuti e gli indecisi, che rappresentano un gigantesco 46,6% del corpo elettorale. È un numero enorme, sufficiente a ribaltare qualunque proiezione nel giro di pochi mesi. Ed è proprio in questo bacino che si giocherà la vera partita del 2027, mentre i partiti cercano nuovi spazi di riconquista del consenso.

In un Paese sempre più diviso e allo stesso tempo sempre più fluido, il destino politico della legislatura potrebbe dipendere non dai grandi leader, ma da chi oggi non ha ancora deciso se voterà o per chi lo farà. Una variabile che, come mostrano i sondaggi, sta già ridisegnando la mappa del potere in Italia.