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350 milioni da restituire al MEF? Il Campidoglio si oppone

Marino ha convocato i sindacati in Campidoglio e la Corte dei Conti del Lazio ha avviato un’indagine

Il Campidoglio frena sulla richiesta del MEF, Ministero dell’Economia e delle Finanze, che ha chiesto indietro 350milioni di euro, erogati ai dipendenti capitolini a titolo di salario accessorio che, secondo i rilevamenti dello stesso dicastero, era stato illegittimamente erogato ‘a pioggia’.

Le risposte del MEF alle controdeduzioni dell’amministrazione capitolina, sono arrivate nella giornata di ieri. “Purtroppo la linea del MEF continua a essere intransigente”, faceva sapere il vicesindaco di Roma Luigi Nieri anche con Delega al Personale, “mettendo persino in discussione la regolare costituzione del Fondo per la parte ‘variabile’, da cui l’amministrazione attinge gran parte delle risorse per pagare le indennità accessorie ai dipendenti capitolini”.

La preoccupazione, palesata anche dal vicesindaco, riguardava il fatto che “il ragionamento degli ispettori del MEF, basandosi solo su una serie di tecnicismi, porterebbe, in sostanza, a una inaccettabile e immotivata decurtazione generica dei salari dei dipendenti, già ridotti all’osso”. Alcuni dei problemi contestati, informava il vicesindaco, “nascono negli anni ‘90 a causa di un’ambigua formula contrattuale mai chiarita a livello nazionale, che vede coinvolta la quasi totalità degli Enti territoriali italiani”. Tuttavia, l’amministrazione di Roma “ha lavorato con tenacia e serietà per rispondere a tutte le legittime sollecitazioni del Ministero – continuava Nieri – Abbiamo lavorato per definire un progetto di revisione e innovazione, basandolo sul merito e riportando nella legalità tutte le indennità percepite dai dipendenti di Roma Capitale. Abbiamo prodotto addirittura un atto unilaterale, necessario per continuare a erogare il salario accessorio ai nostri dipendenti, rischiando una frattura insanabile con le organizzazioni sindacali. Abbiamo subito le contestazioni dei dipendenti, che sono scesi in piazza a manifestare contro l’amministrazione, pur di sanare situazioni fuori controllo con responsabilità e coraggio. Abbiamo ricucito con pazienza le relazioni sindacali e superato le difficoltà su un settore delicatissimo come quello della scuola e siamo ormai pronti per chiudere il testo definitivo del nuovo contratto decentrato generale condiviso con i sindacati dei lavoratori. Abbiamo fatto tutto ciò che era possibile per il bene dei dipendenti, dell’amministrazione e dei cittadini di Roma. Nuovi ostacoli sul percorso costruito con tanta fatica sarebbero inaccettabili, perciò abbiamo dato mandato agli uffici di trovare ogni possibile soluzione tecnica con il Ministero per superare anche questi problemi. Voglio però chiarire da subito che se, come assessore al Personale, dovrò scegliere da che parte stare, io sceglierò di stare con i dipendenti di Roma Capitale. Senza indugi né tentennamenti”.

La soluzione di cui parlava ieri Nieri sembra essere già arrivata. Secondo l’Ufficio Risorse Umane del Campidoglio, non è il MEF titolato a chiedere la restituzione di quei soldi, perché il MEF effettua dei rilievi che possono essere seguiti o meno in assenza di un atto formale rispetto alle indicazioni fornite. Sarebbe invece la Corte dei Conti, seguendo il ragionamento, a poter chiedere ufficialmente la restituzione del totale dell’ammontare.

Niente stipendi decurtati, quindi: l’ipotesi era già circolata ieri a mezzo stampa. Ma se la posizione del Campidoglio è questa, al momento per i dipendenti nessuna preoccupazione. Anche i sindacati, che si erano detti pronti allo sciopero generale per difendere il salario accessorio, potranno deporre le armi. Gli stessi, secondo quanto si apprende, sono stati convocati dal sindaco di Roma Ignazio Marino per questo pomeriggio, per discutere della questione del salario accessorio.

Nel frattempo, sempre sulla questione del salario accessorio, la Corte di Conti del Lazio ha aperto un fascicolo di indagine relativamente al periodo – apprendiamo dall’agenzia ANSA – 2009/2013. Gli accertamenti sono ancora in una fase iniziale ed è probabile che dureranno per alcuni mesi. 

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